SAVE – Biennale d’Arte Collettiva Itinerante
Edizione 2025: “ESTINZIONE”
18–28 giugno 2025 | Comune di Monopoli
Direzione Artistica: Davide Cocozza
Curatela: Luca Oscuro
Media partner: Etimologia Magazine
Organizzazione: A.C. Cibele
COMUNICATO STAMPA
SAVE – Biennale d’Arte Collettiva Itinerante 2025
“ESTINZIONE”
Solstizio d’Estate – 21 giugno 2025, dalle ore 18:00 alle 00:00ù
Spazio pubblico urbano – Comune di Monopoli
GIO MONTEZ DIRIGE LA PERFORMANCE COLLETTIVA DEL SOLSTIZIO: “AZIONE
N.22 – ESTINZIONE”
Nel contesto della Biennale itinerante “SAVE”, a cura del Direttore Artistico Davide Cocozza e del curatore Luca Oscuro per A.C. Cibele, con il patrocinio gratuito del Comune di Monopoli e in collaborazione con Etimologia Magazine, l’artista Gio Montez ha diretto il 21 giugno una performance collettiva unica nel suo genere: “Azione n.22 – ESTINZIONE” andata in scena nello spazio pubblico urbano di Monopoli coinvolgendo gli artisti Dangyong Liu, Luciana Lato,
Armando Di Nunzio, Davide Cocozza, Gabriela Acha, Rossella, Marica Franchini, Piero Cocozza, Valentina Panarelli, Ferruccio Tozzi – seguendo una partitura d’azione ispirata per struttura e poetica ad un Requiem.
La performance si è svolta durante il solstizio d’estate tra le 18:00 e le 00:00, mentre la comunità di Monopoli si preparava a celebrare la Solennità del Corpus Domini, in programma per la domenica seguente.
Un momento significativo per i fedeli abitanti di Monopoli, che culmina con la Santa Messa e una solenne processione per le vie della città a dimostranza della presenza di Cristo tra il popolo di Dio. La festa del Corpus Domini, oltre al suo significato religioso, è anche legata a varie tradizioni popolari, come le infiorate, opere d’arte effimere realizzate con fiori e petali, che decorano le strade durante la processione. I riti liturgici in generale offrono un ricco patrimonio di tradizioni e cerimonie che permettono ai fedeli di vivere la fede in modi diversi rimanendo uniti nella stessa Chiesa.
Dai principi della transustanziazione, della condivisione e della permanenza dopo la morte trae ispirazione l’opera di Gio Montez, che è stata appunto concepita come celebrazione pagana del Corpus Domini.
Infatti l’opera “Estinzione” non si è esaurita nell’esecuzione ritualistica cristiana, ma si è manifestata come atto corale e sincretico, introducendo elementi delle religioni classiche, ebraica e cristiana, ma anche all’islamismo, al buddismo e all’induismo, con riferimento sia alla civiltà e alla religione classiche, sia a popoli barbari o primitivi non cristianizzati, fondendo folklore, arte visiva, performance, musica, movimento e ritualità in un’unica grande installazione temporale e sensoriale.
Gio Montez ha curato minuziosamente ogni dettaglio della partitura: dalla sceneggiatura alla orchestrazione musicale originali, dai costumi al disegno luminoso del sole che tramonta, perfino gli odori e i sapori sono descritti minuziosamente nella partitura; tutto per garantire la coordinazione scenica delle azioni, restituendo un’esperienza immersiva e trasformativa per la cittadinanza e i partecipanti e concertando insieme le posizioni individuali talvolta contrastanti degli artisti partecipanti.
Ispirato alla definizione etimologica di estinzione, Montez ha guidato un rito collettivo che ha inteso esplorare la soglia tra scomparsa e trasformazione, tra perdita e rivelazione.
In un’epoca segnata dall’incertezza climatica, culturale e identitaria, in un epoca in cui i fratelli si massacrano per una striscia di terra e un pezzo di pane, l’artista ha scelto di interrogare la condizione umana nella sua tensione verso l’auto-annientamento, ma anche nella sua possibilità di salvezza attraverso la consapevolezza, il rito e la condivisione, intendendo l’arte come concreta pratica di resilienza sociale, tematica questa fortemente auspicata dal Direttore Artistico Davide Cocozza per questa edizione della biennale SAVE.
Come dichiarato in un’intervista a Etimologia Magazine, Gio Montez ha messo in discussione il concetto stesso di opera d’arte, presentando un’opera N.F.T. dal titolo “ROGO” esposta nella Casa Santa: “L’operazione artistica che mostro a SAVE consiste in un’opera pittorica a cui ho intenzionalmente tolto il sostrato/corpo (dandogli fuoco), in modo che il sub-strato non fosse determinante per l’entità stessa di opera d’arte”. Questa operazione artistica si è fatta principio poetico anche per il concepimento della performance collettiva “Estinzione”, in cui si presenta un corpo di attori eterogeneo valorizzato nello spazio della relazione.
I diversi artisti coinvolti con i loro atti hanno così potuto dare vita a una composizione fluida e orchestrata: ogni intervento performativo ha trovato il proprio posto in una timeline che ha scandito con precisione la sequenza degli atti, mantenendo intatta la spontaneità e la forza espressiva dei singoli. I movimenti degli artisti nello spazio urbano hanno trasformato le strade di Monopoli in palcoscenico vivente, creando cortocircuiti emotivi e percettivi nel pubblico.
La performance è culminata in una riflessione paradossale e provocatoria, suggerita da Montez stesso: “Trovo paradossale che l’essere umano sia l’unico animale terrestre che rischia di estinguersi per via delle azioni dell’essere umano stesso”. Da qui, la visione distopica e poetica di un’umanità priva di individualità come ultima frontiera dell’estinzione e, forse, della salvezza.
Con “Azione n.22 – ESTINZIONE”, Gio Montez ha offerto una regia etica ed estetica della fine e della rinascita, del limite e della possibilità. Un’opera viva, partecipata, in cui l’arte d’azione si è fatta linguaggio universale, cerimonia pubblica e manifestazione dell’invisibile. L’opera si è conclusa con la cerimonia di mezzanotte e la recitazione in latino dell’allegorico Requiem “Christianus Vituperatum”.
CHRISTIANUS VITUPERATUM
Christianus haereticus
Ad palum ariet (et)
Corpus eius in cineres vertitur.
Pater eius procul corpus
vituperatum agnoscit anima enim (et)
essentia nubis et fulguris divini
ad quem spiritus sanctus vertit.
Sine ulla misericordia,
inexorabiliter
Ubi corpus moribondum
contemplamur
Homo extinguitur (et)
Verbum renovatur.